CONTACT IMPROVISATION
con Charlotte Zerbey
Quando ho iniziato a studiare e praticare Contact Improvisation sono rimasta affascinata da come mi ha fatto sentire viva e vitale. C. I. è stata negli anni una forza costante nel mio lavoro e mi ha portato a comporre la coreografia in un modo nuovo che non avrei mai concepito.
È stato un percorso lungo e molteplice che ha prodotto oltre cinquanta produzioni coreografiche nel corso degli anni e ha influenzato il lavoro, la qualità, la forma del movimento e l’aspetto comunicativo, in un insieme di fluidità, delicatezza e continuità nella composizione.
Mi sono resa conto che non dovevo fare niente che non avrei voluto fare e che le scelte nella danza erano mie. In quel momento mi sono immersa nell'apprendimento profondo del peso, della sua forza e della sua fluidità. C.I. mi ha emancipato. Ho iniziato a imparare nuove strategie sia per caricarmi del peso degli altri – studiando consapevolezza del baricentro, efficienza nella non resistenza, allineamento della struttura scheletrica – sia per dar loro il mio peso corporeo – riversandolo, distribuendolo, lanciandolo – in modi che hanno influenzato le danze che stavo creando. Il semplice atto di lasciare il controllo del peso o di non trattenerlo per la gravità dal fluire, continua fino ad oggi, a essere una grande scoperta, un punto di partenza costante, una porta attraverso la quale la sensibilità e la percezione diventano la vera guida. In questo modo il corpo può distendersi completamente, il respiro può toccare e spostare aree che sono difficilmente esplorate in modo consapevole.
Il flusso del respiro e l'ascolto della forza di gravità nella propria massa corporea sono diventate per me la migliore musica per qualsiasi danza.